BEVANDE

 

 

 

  

 

 

 

 

AMARETTO

·  Ingredienti: ½ litro di alcool da liquore, ½ litro di acqua, 200 grammi di mandorle dolci, 300 grammi di zucchero

·  Preparazione: tritate grossolanamente le mandorle, ponetele in un vaso a chiusura ermetica con l'alcool e lasciatele, preferibilmente al buio, per 3 settimane. Quindi preparate lo sciroppo, facendo bollire l'acqua con lo zucchero per qualche minuto.
Fate raffreddare ed unitelo all'infuso.
Tenete ancora in vaso per qualche giorno, poi filtrate ed imbottigliate.
Da assaggiare non prima dei tre mesi........se riuscite ad aspettare!

Ottimo digestivo

N.B. E’ possibile ottenere l’amaretto anche utilizzando i semi di albicocca o i semi di mele.

Questo liquore possiede anche proprietà benefiche per la salute infatti, come è stato dimostrato dalle ricerche scientifiche, i semi di questi frutti sono ricchi in sostanze antiossidanti vitamina B17 che ha un forte potere anticancerogeno.

CURIOSANDO - Il suo nome è un diminutivo del termine "amaro".

E' di antichissima tradizione e affonda le sue origini nel 1500. La sua storia è molto romantica: il pittore Bernardino Luini (1481/1532) che ebbe l’incarico di dipingere “l’Adorazione dei magi” nel Santuario di Saronno (Provincia di Varese, Lombardia), si ispirò, per l’immagine della Madonna, a una bellissima donna proprietaria della locanda in cui prese alloggio e della quale si innamorò. Per ringraziarlo lei gli offrì un elisir di erbe, zucchero tostato, mandorle amare e brandy che venne immediatamente apprezzato e si diffuse in pochissimo tempo. Il liquore mantenne quindi un significato di affezione e amicizia ed è attualmente uno dei prodotti italiani più diffusi all'estero. Il nome non viene tradotto e resta invariato in tutte le lingue.

 

FRAPPE' ALLA NUTELLA

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Ingredienti per 4 persone: 300 ml di latte intero, 300 g di nutella, 200 g di ghiaccio, 100 g di panna fresca

Preparazione: Cominciamo a frullare assieme latte, panna e nutella.
Ora aggiungete il ghiaccio e frullate ancora per un minuto circa ed è già pronto!

 

CREMA LIQUORE AL MANDARINO

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Ingredienti: 10 mandarini – ½ litro di alcool a 95° – 400 g di zucchero – mezzo baccello di vaniglia – 300 ml di latte.
Lavate i mandarini col bicarbonato, asciugateli e sbucciateli. Mettete le scorze di mandarini, senza filamenti o altre parti bianche, in un recipiente a chiusura ermetica insieme con lo zucchero e la vaniglia e lasciate macerare il tutto per 15 giorni. Di tanto in tanto agitate il barattolo. Trascorso questo tempo fate sciogliere lo zucchero nel latte, facendolo sobbollire per 10 minuti. Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare. Filtrate il macerato di mandarini, aggiungetevi lo sciroppo di latte, mescolate ed imbottigliate. Conservate al fresco per 2 mesi. Ottima da consumare fredda come digestivo a fine pasto, ideale per accompagnare dolci e dessert.

 

LIMONCELLO   

Ingredienti x 3 bottiglie: bucce di 8 limoni "biologici" (eliminate accuratamente la parte bianca), 1 litro di alcol, 1 litro di acqua calda, 400 g. di zucchero.

Far macerare le bucce dei limoni nell’alcool per 20 giorni, in un contenitore chiuso e al riparo dalla luce. Al 20° giorno preparare l’acqua calda dove andrà sciolto lo zucchero. Quando è ben freddo unirvi l’alcool filtrato. Far riposare due giorni sempre chiuso e al riparo dalla luce e imbottigliare. Da consumare dopo un mese.

Sarebbe bene attaccare l'etichetta con la data di preparazione poiché dopo un anno il prodotto perde la fragranza fruttata.

CURIOSANDO - In Italia la moda di bere un bicchierino di "limone" dopo cena è iniziata qualche anno fa. Ma non accenna a esaurirsi. Il motivo? E' dissetante, fresco, va bene d'estate ma anche nei mesi freddi; inoltre il livello alcolico è abbastanza contenuto (non supera mai la soglia di 36°).

Le zone di origine del limoncello sono la costiera amalfitana e la penisola salentina. Le piccole aziende di produzione, alle quali si sono affiancate le più affermate case di liquori, sono ora lanciate alla conquista dei mercati esteri: il limoncello infatti potrebbe avere la stessa fortuna che, fuori d'Italia, hanno avuto per esempio l'Amaretto e il Bitter.

 

LIQUORE AL BASILICO

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Ingredienti: 50 foglie di basilico possibilmente dell'orto, le bucce di 4 limoni non trattati, 1 litro di alcool, 1 litro di acqua, ½ kg di zucchero

Mettere a macerare nell'alcool per 3 notti e due giorni le foglie del basilico ben pulite con un panno (non vanno lavate), al terzo giorno togliere le foglie e aggiungere l'acqua, lo zucchero e le bucce di limoni. Lasciare in fusione per due giorni. Colare e filtrare...e....buona digestione!

CURIOSANDO - Le maghe utilizzano la magia del basilico per propiziare la fortuna.
E' un'altra erba che appartiene alla più antica e radicata tradizione della stregoneria. Nelle zone rurali è una consuetudine regalare basilico ai novelli sposi o quando si cambia casa allo scopo di attirare e favorire felicità e fortuna. 
La tradizione magica raccomanda di disinfettarsi e di aspergersi con questa erba se si vuole attirare la ricchezza, e di portarla regolarmente con sé per scacciare le energie negative che sbarrano la strada alla fortuna.
Era considerato così straordinario che in Egitto veniva offerto agli dei, tanto era grande il suo potere da non poter essere utilizzato dai mortali. Anche in India è considerata un'erba sacra.

Fu molto apprezzato da romani e greci che ricorrevano spesso alle sue virtù terapeutiche: ha la proprietà di attenuare la fatica mentale e di liberare la mente, apportando maggiore vigore e chiarezza, allontanando l'indecisione e le idee negative.

Il basilico è originario dell'India e dell'Indonesia, dove cresce spontaneo, ma fin da tempi remoti viene coltivato in Europa; è diffuso nelle regioni tropicali e subtropicali dell'America e di tutto il mondo.

Era raccomandato da Plinio contro l'epilessia e la mania in quanto «espelle dal cuore i vapori malinconici». E John Gerard afferma che il suo profumo "aiuta il cuore e combatte la tristezza che proviene dalla malinconia, restituendo all'uomo il buonumore".

Per rilassarvi in un piacevole bagno, aggiungete all’acqua calda della vasca 7 gocce di olio di basilico dolce che ha effetti depurativi e drenanti:

Questa pianta ha molte proprietà curative:
- antidepressiva,
- antispastica (ottima per i crampi)
- antisettica e antinfiammatoria (combatte l'alitosi e le infiammazioni del cavo orale)
- carminativa,
- cefalica,
- digestiva (riduce l'acidità di stomaco)

- diuretica

- emmenagoga

- galattogena
- stimolante della corteccia surrenale e tonica.
Viene utilizzato con successo nella cura dei polipi del naso, del singhiozzo, dell'epilessia, delle vertigini e dell'emicrania di origine nervosa e digestiva; inoltre l'olio essenziale, di cui il basilico è ricco, allontana mosche e zanzare.

TISANA - si prepara con 1 cucchiaio di basilico per ogni tazza d'acqua; se ne prende una tazza calda dopo ogni pasto, dolcificata con miele per potenziarne l'effetto.
ESSENZA - da 2 a 5 gocce, 3 volte al giorno.

ATTENZIONE: assunta in dosi elevate, per via interna, l'essenza di basilico può provocare effetti narcotici e, per via esterna, può invece irritare le mucose.

 

LIQUORE DI PESCA

Ingredienti: 1 litro di alcool, 1 kg. di zucchero, 30 noccioli di pesca, mezzo bastoncino di vaniglia.
In un vaso di vetro si mettono: la vaniglia, l'alcool e si gettano i noccioli di pesca, badando di metterli come si tolgono dal frutto, cioè coi filamenti di polpa che restano attaccati. Si lasciano in fusione ermeticamente chiusi, per 40 giorni.
Si prepara lo sciroppo sciogliendo al fuoco lo zucchero in 1 litro scarso d'acqua. Quando si raffredda si aggiunge l'alcool da cui saranno tolti i noccioli.
Si lascia tutto insieme per qualche giorno, infine si filtra.

 

NOCINO

STORIA - Le origini del liquore sono incerte. Documenti romani antichi riportano che i Picti, cioè i Britanni, si radunassero nella notte di mezza estate e bevessero da uno stesso calice uno scuro liquore di noce.

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In Italia si dice che per ottenere un ottimo Nocino si deve "raccogliere le noci in occasione del solstizio d’estate, filtrare all’equinozio d’autunno, e lasciare riposare il nocino fino al solstizio d’inverno"

Ma nel mio ricettario c'è scritto: "raccogliete le noci verso Shavuot, filtrate tra Rosh-Hashanah e Yom-Kippur, e lasciate riposare fino a Hanukkah."

RICETTA: 40 noci acerbe, 1 litro di alcool a 95°, 1 litro d'acqua con g. 800 di zucchero.
Macerare le noci verdi tagliate in 4 parti (usate dei guanti per non macchiarvi di nero!!!) nell'alcool (c'è chi preferisce aggiungere anche 2 bicchieri di grappa) e conservare il recipiente al buio per tutta l'estate.  Aggiungere quindi la soluzione d'acqua e zucchero, lasciare riposare per almeno 2-3 giorni e filtrare. Chiudetelo bene e gustatelo dopo tre mesi.

CURIOSANDO - L’albero del noce, probabilmente originario dell’Asia centro-occidentale, trovò sicuramente terreno favorevole anche in Europa tanto che Greci e Romani ne fanno menzione come Glans Jovis, ghianda di Giove, mentre Linneo, successivamente, lo classificò come Juglans regia.

Già nel Medioevo si attribuivano alle noci straordinarie virtù terapeutiche e la raccolta, a tale scopo, avveniva proprio nel “tempo balsamico” (fine giugno), quello dei frutti immaturi, ideali per l’infusione poiché sono ricchi di tannino, di oli essenziali, di principi attivi e vitamine.

 

PONCE ALLA LIVORNESE

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Ingredienti per 4 persone: 120 g di rum fantasia livornese (dove trovarlo? nel livornese!!!!! se vuoi il ponce organizzati e fai la scorta) - 4 caffè ristretti e bollenti - 4 cucchiaini di zucchero - scorza di limone

STORIA - E' una bevanda alcolica che nasce nella Livorno del Seicento/Settecento.

A differenza del punch inglese dove tè o acqua bollente veniva unito al rum delle Antille, il ponce alla livornese prevede l'uso di caffè concentrato e del rum fantasia ("rumme" per i livornesi), un'invenzione locale costituita da alcol, zucchero e caramello di colore scuro, a volte aromatizzato con un'essenza di rum.

Tutti i mali del momento erano curati con il ponce, malaria, colera, tisi, tracoma, grazie ai suoi cinque ingredienti: caffè, stimolante del cuore e del sistema nervoso; rumme, residuo fermentato della canna da zucchero che, insieme allo zucchero, trasmette energia e tono immediato; limone, apportatore di vitamina C e mastice o cannella aromatica.
Si effettuava una preventiva bollitura del caffè macinato in una pentola piena d'acqua, da cui si otteneva un infuso che veniva poi filtrato con un panno di lana e immesso nella caffettiera. Al caffè che usciva dalla macchina veniva poi aggiunto con un misurino il "rumme" o la "mastice", un liquore di semi di anice verde macerati in alcol (tipo mistrà).

Varianti del ponce classico erano il "mezzo e mezzo": un caffè corretto con una mistura di rum e mastice, e il "ponce americano" aromatizzato all'arancia.

Nella sua versione originale, il ponce è praticamente scomparso negli anni cinquanta. Anche se gli ingredienti fondamentali sono sempre rumme e caffè (ristretto), ora vi si aggiunge una scorza di limone (denominata "vela"), poi col beccuccio del vapore della macchina espresso si porta la mistura ad ebollizione e si serve immediatamente.
Al posto del rumme da solo si può usare anche un mix di rumme e cognac o rumme e sassolino: il giusto dosaggio del liquore si ottiene usando come riferimento il bordo superiore dei semicerchi che si trovano alla base del bicchiere.

La torpedine è una versione "rinforzata" del ponce: si effettua aggiungendo alla polvere di caffè una puntina di zenzero. Il risultato è un ponce particolarmente forte. Si trova ancora nei bar vicino al porto e viene usato dai pescatori per scaldarsi dopo una notte passata all'umido. Ma il tempio indiscusso di questa bevanda è il Bar Civili di Via del Vigna

Il ponce viene servito nel gottino, il tipico bicchierino largo e basso di vetro piuttosto spesso. Generalmente lo si beve (sempre caldo bollente) a fine pasto.

Se non volete scottarvi le dita tenete il bicchiere alla base che, essendo di vetro doppio, rimane freddo. E qua non posso evitare la battutaccia livornese che dice: "Se non volete bruciarvi le dita prendetelo per il culo: a Livorno è l'unico che ve lo permetta"........hem.......scusatemi tanto!

CURIOSANDO - C'è chi giura che Garibaldi, durante uno dei suoi passaggi per Livorno (e vi sono molte targhe affisse su edifici cittadini a ricordarlo), avendo assaggiato questa bevanda disse: "Buono! questo riscalda come il mio poncho". Da qui il nome "ponce"

Sappiamo invece con certezza che Giovanni Pascoli stravedeva per il ponce a vela della fiaschetteria  livornese di Via Maggi; e Amedeo Modigliani raccontava agli amici di Montparnasse che i pittori di Livorno si radunavano ogni sera al Caffè Bardi di Piazza Cavour consumando diversi poncini. Per ogni ponce arrivava puntuale il piattino col conto. Per pagare di meno, i pittori nascondevano qualche piattino che poi scaraventavano nel Fosso vicino.

NB - Fossi: (da non confondersi con canale) è un fossato che in origine seguiva il perimetro della città fortificata e che, in seguito, ha assunto la funzione di via di comunicazione, atta al trasferimento delle merci dal porto ai magazzini ricavati in città, spesso sotto il piano stradale. La tradizione vuole che Amedeo Modigliani, sconfortato dai poco lusinghieri giudizi degli amici, abbia gettato nel Fosso Reale alcune sue sculture. Nei primi anni ottanta furono avviate le opere per la loro ricerca, con il ritrovamento di tre teste, inizialmente attribuite al Maestro, ma che poi si rivelarono dei clamorosi falsi; uno scherzo di alcuni studenti che suscitò le risate del mondo intero.

 

ROSOLIO ALLA MENTA

Descrizione: F:\Nuovericette\VARIE.3.jpgDescrizione: F:\Nuovericette\VARIE.4.jpg

STORIA - Il nome “Rosolio” significa letteralmente "Olio di Rose" poiché nella ricetta originale è profumato alla Rosa. Meno credibile per chi afferma che "Rosolio" deriva dal latino ros solis tradotto “rugiada di sole”.

E' un liquore usato spesso come base per altri liquori.

È molto diffuso soprattutto nel sud Italia. In Sicilia veniva prodotto in casa e offerto agli ospiti in segno di buon augurio.

Si può realizzare con bacche o petali di rosa, agrumi, anice ecc.

Questa ricetta è perfetta per chi ama la menta

 

Ingredienti base: 1 kg zucchero, 1 litro di acqua, 1 litro di alcool 90 gradi

Esecuzione: fai bollire l’acqua con lo zucchero per 5 minuti. Lascia raffreddare e aggiungi le foglie di menta. Lascia in fusione per 20 giorni girando ogni tanto affinché lo zucchero non si cristallizzi sul fondo, quindi unire 1 litro di alcool. Filtrare, mbottigliare e chiudere ermeticamente il recipiente. Prima di assaporare attendere ancora almeno un mese (meglio due).

Con questa ricetta base la menta può essere sostituita con le bacche di rosa o bucce di limone, mandarino o arancio

CURIOSANDO - In un passo del romanzo "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, la principessa lascia un bicchiere di rosolio prima di una partenza e lo ritrova un anno dopo nello stesso posto in cui l'aveva lasciato.

 

SANGRIA

1) Ingredienti: 1 mela cotogna a pezzi, la buccia di un'arancia intera, 2 fette di arancia, 3/4 cubetti di zucchero, 1 bicchierino di cognac, ghiaccio, vino portoghese o vino rosso corposo. Se manca la mela cotogna, 1 fetta di ananas. Servite aggiungendo l'acqua gassata e 12 cubetti di ghiaccio.

Secondo la stagione, io metto le pesche al posto della mela e 2 fette di limone invece dell'arancia.

 

2) Vino rosso 1 bottiglia, arance 5, brandy 30 ml, pesca 2, mela 1, cannella 1 stecca, zucchero 40 gr

 

SUCCHI DI FRUTTA

I succhi di frutta, conservati al naturale, sono una bevanda preziosa in tutte le stagioni e specialmente in estate. Naturalmente si deve scegliere sempre frutta di buona qualità, succosa e molto matura, dando la preferenza a quella punta dalle api. I succhi si mantengono per molto tempo in luogo fresco e privo di umidità, ma per sicurezza è sempre meglio pastorizzarli.

Ingredienti: generalmente per 500 g di frutta 50/100 g di zucchero (dipende dai gusti) e 600 g di acqua.

Pulite la frutta con cura, sbucciatela e tagliatela a pezzi. Fatela cuocere nell'acqua insieme allo zucchero per trenta minuti a calore minimo. Fate raffreddare, passate il tutto nel passaverdure e imbottigliate ermeticamente, facendo attenzione a non arrivare al bordo ma mantenendovi al di sotto di un paio di centimetri. Infine fate sterilizzare le bottiglie in acqua bollente per mezz'ora.

 

THE ALLA MENTA

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Ingredienti: 1 cucchiaio di the verde (ma io uso pure the normale), g. 125 di zucchero, 1 mazzetto di menta fresca

Preparazione: preriscaldare la teiera (che dovrebbe essere in metallo), versate un cucchiaio di the, lo zucchero e la menta, più mezzo bicchiere di acqua bollente. Lasciare in fusione non meno di sei minuti. Riempire con acqua bollente la teiera e servire in bicchieri stretti.

Per una fragranza diversa puoi aggiungere nel bicchiere un paio di mandorle dolci o pinoli.

CURIOSANDO: Il the è originario della Cina dove l'abitudine a consumarlo risale a circa 5000 anni fa. Nel medioevo, gli arabi ne introdussero l'uso nel loro vasto impero e ancora oggi il the si consuma in tutto il mondo arabo. Un antico proverbio beduino dice:
Un bicchiere di the è niente,
due bicchieri è da poveri,
tre vanno bene,
quattro fanno piacere,
cinque sono proibiti,
sei sono meglio di tre.

 

VOV

Ingredienti per 4 persone:  ½ litro latte, ½ kg zucchero, 6 tuorli, scorza di limone, 1 vanillina, 1 hg alcool per dolci, 1 hg marsala secco

Preparazione: bollire il latte con la scorza del limone e metà zucchero per 5 minuti.
A parte sbattere i tuorli col rimanente zucchero, poi unire gli altri ingredienti.

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Fate raffreddare e passatelo al setaccio in bottiglie che conserverete in un luogo fresco e buio, meglio se in frigorifero. Il Vov casalingo ha una scadenza: è preferibile non consumarlo oltre i due mesi dalla preparazione. E' pur vero che l’alcool presente aiuta la conservazione ma, a differenza dei prodotti commerciali, il nostro Vov  non contiene conservanti e quindi la prudenza non è mai troppa.
Prima di assaporarlo, ricordatevi di agitare bene la bottiglia del liquore per miscelarlo a dovere.

VOV PER I RAGAZZI

Ingredienti:  ½ litro latte, ½ kg zucchero, 6 tuorli, scorza di limone, 1 vanillina, 50g alcool per dolci, 50g marsala secco

Stesso procedimento

STORIA - Le origini sono incerte, ma l'invenzione del vov risale al 1840 ed è attribuita ad un pasticciere di Padova, specializzato nella produzione di torrone dove l'ingrediente principale era l'albume. I tuorli rimanevano quindi inutilizzati e, per non sprecare questo avanzo, l'intraprendente pasticciere vi aggiunse del marsala e dello zucchero, inventando la ricetta del liquore.

A questo liquore viene dato il nome VOV (modificando il termine dialettale veneto di Vovi - uova).

Il fabbricante di torroni porta il suo VOV alla corte di Vienna e ottiene un successo così grande che gli Arciduchi gli conferiscono un solenne brevetto con l'aquila a due teste.

CURIOSANDO - Per le note qualità corroboranti, ricostituenti e fortificanti, durante la seconda guerra mondiale il Vov fu ampiamente distribuito tra i soldati, in confezioni di cartone pressato vetrificato all’interno.

PER SAPERNE DI PIU' - L'uovo è ricco di vitamine e minerali, soprattutto: potassio, calcio, ferro, fosforo, vitamina A e vitamina B2 e occupa il primo posto nella scala degli alimenti per l'alto valore biologico delle sue proteine. Il valore biologico è condizionato dallo stato di freschezza dell'uovo.

Un preconcetto riguarda la presunta indigeribilità dell'uovo e la sua nocività per il fegato. In realtà l'uovo contiene notevoli dosi di colina e metionina, due aminoacidi che proteggono il fegato, perché la colina stimola la secrezione della bile, quindi la funzionalità epatica. Per quanto riguarda la digeribilità, si può dire che un uovo alla coque si digerisce in un'ora e mezza circa, contro le quattro ore della carne arrosto.

L'albume non andrebbe mai consumato crudo, in quanto contiene dei fattori antinutrizionali, come l'avidina.

Le uova non dovrebbero bollire, poiché ferro e zolfo alla temperatura di ebollizione, formano il solfuro di ferro, sostanza venefica. Metterle quindi nell'acqua fredda, mantenere il recipiente sul fuoco fino ad ebollizione, quindi spegnere e lasciarle a bagno sino a raffreddamento se si vogliono sode, togliendole prima se le si preferisce alla coque. L'uovo così cucinato è più gustoso di quello bollito e molto digeribile.

Un altro modo veloce per cuocere le uova è per esempio quello delle uova strapazzata al microonde: romperle in un piatto e infilarle nel forno a microonde per 3 minuti.

Anche se nel tuorlo c'è molto colesterolo, non ci sono i grassi saturi responsabili dell'aumento nell'organismo del colesterolo cattivo. Se si limita il consumo di insaccati e formaggi grassi, si possono consumare le uova senza alcuna preoccupazione.

Un uovo al giorno può far raddrizzare i livelli di colesterolo buono, lo ha scoperto una ricerca thainlandese che dimostra come mangiarne uno al giorno per 3 mesi aumenti i livelli di Hdl (colesterolo buono) del 48%, merito anche della lecitina che si trova nel tuorlo.

Dalla mia Professoressa di matematica ho appreso come controllare la freschezza di un uovo: basta immergerlo in un bicchiere di acqua con un cucchiaino di sale. Se l'uovo è fresco va a fondo. Se l'uovo è vecchio di 15 giorni galleggia, poiché l'acqua contenuta al suo interno col tempo evapora attraverso la porosità del guscio, determinando la diminuzione del peso e la formazione di una sacca d'aria.

Il guscio dell'uovo costituito prevalentemente da carbonato di calcio purissimo, che rappresenta ben il 95% del suo peso, e, in piccole dosi, fosfato di calcio e magnesio, è un'ottima risorsa di calcio.
Lo si può mangiare dopo averlo sterilizzato con una lunga bollitura e pestato in un mortaio.

 

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